Che sia una scelta o un’esigenza, lavorare in smart working con i figli piccoli può rivelarsi un’impresa tutt’altro che semplice. Ecco un piccolo “manuale di sopravvivenza”
Quando ho ricominciato a lavorare dopo la maternità Gaia aveva 5 mesi e ho ripreso l’attività lavorativa da casa per risparmiare la spesa del nido.
All’inizio mi sembrava di avere tutto sotto controllo, ma poi lei ha iniziato a crescere alla velocità della luce e a chiedere (giustamente) sempre più attenzioni.
A febbraio 2020 l’abbiamo iscritta al nido e di lì a poco, il lockdown mi avrebbe riportato al punto di partenza.
Ci sono stati momenti in cui mi è sembrato di non fare bene né la mamma né la dipendente e credo sia la sensazione più comune (e frustrante) che provano i genitori in smart working che non usufruiscono del supporto di parenti, baby sitter o nido.
Lavorare in smart working con mia figlia a casa è stata una preziosa occasione per godere della sua crescita, ma ho anche sofferto lo stress e la frustrazione. Sentimenti che inevitabilmente si riflettono sui figli.
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Come lavorare a casa con i figli piccoli?
In questo articolo vorrei condividere con te quello che ho imparato da questa esperienza.
Se sei nelle stesse condizioni, spero di poterti dare qualche suggerimento utile, ma primo su tutti vorrei trasmetterti una frase che dovrebbe diventare un mantra: Smart working non significa lavorare a oltranza!
Le routine fanno sentire i bambini al sicuro
Lo avrai sentito dire spesso: le routine fanno sentire i bambini al sicuro perché sanno cosa sta per accadere. Sono parole santissime!!
E soprattutto se lavori a casa, le routine ti salveranno.
Prova a scandire tempi precisi per la sveglia mattutina, la merendina di metà mattina e l’eventuale pisolino, i cambi di pannolino, la pappa, la nanna pomeridiana e così via fino al bagnetto serale, la cena e la nanna notturna.
Si sentirà seguit@ e curat@ (di conseguenza più seren@) e attorno alla sua tabella di marcia potrai strutturare la tua.
L’organizzazione è tua amica
Pianifica i pasti e preparali in anticipo.
Cerca di programmare la giornata in modo da distribuire i carichi di lavoro più impegnativi e che richiedono maggiore concentrazione nei momenti di nanna pomeridiana o serale.
Fatti sentire presente
Che tu svolga un’attività indipendente o meno, ti troverai a dover rispettare delle scadenze. Di questo a tu@ figli@ non importa nulla. I suoi bisogni vengono per primi, come è giusto che sia.
Quando ti sembra che da una buona mezz’ora stai riuscendo a lavorare in tranquillità, ti riporterà all’ordine con una richiesta di attenzione.
Il mio suggerimento è “assecondare”
Una breve interruzione dal lavoro, anche solo 10 minuti (quando è possibile) per dimostrare interesse e vicinanza ripaga.
Mettiti al suo livello
Gaia è stata una bimba “koala” finché non ha iniziato a camminare (a 18 mesi). Non poteva sopportare di stare nel box e lasciare mamma alla scrivania davanti al pc.
Il mio lavoro era una continua interruzione con risultati spesso insoddisfacenti, pieni di errori che richiedevano altro tempo per essere corretti.
Una corsa sul posto con in braccio mia figlia!
Dopo mesi di lavoro a ostacoli, sull’orlo dell’esaurimento nervoso, arrivarono le vacanze estive. E portarono consiglio: la mia postazione si sarebbe trasferita sul pavimento! Al rientro così feci.
Ero allo stesso livello di Gaia, nel suo spazio di gioco. Lei mi aveva lì, a disposizione, e questo la rassicurava al punto da lasciarmi tranquilla per un po’.…Ho detto per un po’….
Parola d’ordine: sicurezza
Cerca di limitare l’area in cui tu e il/la tu@ bambin@ state insieme durante le ore di lavoro, in modo da averl@ sempre a vista.
Copri gli spigoli e le prese elettriche. Metti a sua disposizione giochi sicuri ed elimina dalla sua portata tutto ciò che messo in bocca potrebbe essere pericoloso.
Proponi attività da svolgere mentre tu lavori
Con il tempo, quando tu@ figli@ inizia a diventare più autonomo, vorrà imitarti fingendo di lavorare.
È un’ottima occasione per fornire il materiale necessario a disegnare, scarabocchiare, incollare e pasticciare. Puoi allestire la sua postazione accanto alla tua.
Tv e dispositivi elettronici, come comportarsi?
Premesso che “è la dose che fa il veleno“, sfruttare la TV per intrattenere tu@ figli@ può essere una strategia.
A patto che il bambino non sia spiaggiato sul divano a subire passivamente la tv. La televisione può essere un sottofondo alle sue attività oppure uno stimolo a ballare e cantare, ad esempio.
In ogni caso, dato che mentre lavori non puoi sempre supervisionare ciò che guarda, fai una selezione di programmi adatti alla sua età. L’ideale è sintonizzarsi su una rete che non abbia pubblicità e che trasmetta cartoni e/o programmi educativi.
Rai yoyo, ad esempio, fatta apposta per i piccoli. Senza spot di giocattoli o dolciumi, solo promo dei loro programmi. Rai yoyo ha anche una app che raggruppa i personaggi dei cartoni. Può tornare utile, credimi!
Per quanto riguarda i tablet o lo smartphone, sotto i due anni è meglio evitare.
Sopra quell’età, invece, si possono proporre (a piccole dosi) app “gioca e impara”, storie e canzoncine oppure le foto di famiglia.
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Rispetto alla TV, dove (se scegli bene) la programmazione è guidata, sui dispositivi elettronici sei tu il regista. Quindi, massima parsimonia: concedi questo intrattenimento per poco tempo e mai durante attività importanti come i pasti (idem per la TV).
Come ti dicevo all’inizio di questo articolo, questi sono suggerimenti basati sulla mia personale esperienza.
Bisogna considerare che ogni bambin@ è a sé e ogni età scandisce esigenze diverse.
Tieni presente che i bambini si stancano in fretta, quindi non sperare che trascorrerà ore ed ore nelle attività che proponi.
Una cosa però è universalmente certa: i bambini sono piccoli solo una volta e crescono davvero in fretta!
Per quanto difficile da gestire sia la situazione che stai vivendo, quando ti guarderai indietro, tra qualche tempo, scoprirai che è passato solo un attimo da quando tu@ figli@ si ciucciava il pollice e ora è così autonom@ da non avere quasi più bisogno di te.
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