Fondamentale coprire bene naso e bocca, altrimenti anche la mascherina più performante è del tutto inefficace.
Chi avrebbe mai pensato di vivere in un periodo storico segnato da una pandemia?…Eppure eccoci qui.
In questo periodo di convivenza forzata con il Coronavirus, abbiamo imparato (tra le altre cose):
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- Che l’igiene delle mani è importante
- Che il distanziamento fisico preserva da patogeni trasmissibili per via aerea
- Cosa sono e a cosa servono i dispositivi di protezione come i guanti e soprattutto, le mascherine.
Anche se queste ultime non sostituiscono igiene e distanziamento, restano un’utile arma contro la diffusione del Covid-19.
Con il DPCM di aprile 2020, le mascherine sono addirittura diventate obbligatorie negli spazi confinati o all’aperto dove non è possibile o garantita la possibilità di mantenere il distanziamento fisico (Fonte ISS)
Il comma 2 del Dpcm consente l’utilizzo di “mascherine di comunità”, cioè mascherine “monouso o lavabili, anche auto-prodotte”, capaci di fornire un’adeguata barriera e di coprire naso e bocca, ma anche comode e in grado di garantire la respirabilità.
E così il web si è riempito di tutorial su come auto-produrle (qualcuno ha addirittura usato la carta da forno!!) ed è possibile acquistarle praticamente ovunque, in farmacia, on-line, dal tabaccaio o al supermercato.
Considerato l’impatto ambientale di quelle usa e getta, le mascherine riutilizzabili sono indubbiamente “green” ed economiche.
Ma come fai a sapere se sono davvero sicure?
Non esiste una risposta assoluta.
Secondo il virologo Carlo Federico Perno:
«Se il tessuto ha una trama spessa possono proteggere abbastanza efficacemente, ma non sono ottimali». (Corriere della Sera)
Mentre l’associazione Altroconsumo promuove le mascherine riutilizzabili dopo averne testate 19. Le promuove, ma con qualche riserva.
Dai test effettuati da Altroconsumo emerge che
“Non esistono a priori materiali più o meno efficaci: le performance dipendono dalla compattezza del tessuto, dal numero di strati sovrapposti e da alcuni dettagli costruttivi”, che in generale restano performanti anche dopo il lavaggio“.
Punto dolente l’etichetta: nella maggior parte dei casi, mancano di indicazioni riguardo la frequenza di lavaggio, temperatura, taglia e soprattutto, non esiste ancora uno standard che garantisca univocamente i “requisiti minimi di efficacia […] che garantiscano ai cittadini una buona capacità di filtrazione e di respirabilità”
In ogni caso, con una mascherina riutilizzabile di ottimo livello (capacità filtrante la 90%) o con quella chirurgica, l’efficacia sta nel modo corretto di utilizzo. Il virologo Perno afferma infatti che:
«Il punto cruciale della questione è come viene indossata. Diversi studi scientifici dimostrano che il coronavirus alberga essenzialmente nel naso. Quindi la mascherina è totalmente inutile se non copre perfettamente il naso, oltre che la bocca». (Corriere della Sera)
Spero davvero che queste informazioni siano d’aiuto.
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Alla prossima
Stefania
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Fonti:
https://www.altroconsumo.it/salute/cura-della-persona/news/coronavirus-mascherine-in-tessuto