madre e figlia

Le prime 5 lezioni di mamma!

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Sono ormai trascorsi tre mesi e mezzo da quando il mio sguardo e quello della piccola Gaia si sono incrociati per la prima volta.
Le acque rotte a due settimane dal termine, il travaglio, le spinte e poi finalmente Lei, finalmente noi.
In principio era tutto confuso, persino i sentimenti che provavo. Ora i contorni della maternità diventano sempre più definiti e le emozioni emergono, intense, dal fondo dello stomaco per approdare sulle labbra, dove sbocciano sorrisi innamorati anche quando di notte non dormo, il seno duole e il tempo per me si riduce a pochi istanti rubati tra una poppata e l’altra.

Per quanto forte possa essere l’istinto materno, la maternità si scopre (si impara) giorno per giorno. Sono solo all’inizio di questa impegnativa avventura e certa di dover apprendere un mondo “in fasi”.
Voglio condividere con te che sei approdata su appunticreativi.it le prime 5 lezioni che il meraviglioso dono della maternità mi ha impartito in questi primi mesi

1. L’importanza dello spazio mentale

Per quanto spazio si possa creare in casa, il castello della mente deve necessariamente disporre di una stanza riservata all’arrivo del bebè!

Solo quando mi ritrovai da sola a casa, congedata dal lavoro a meno di un mese dal parto, mi resi conto che l’impegno protratto fino agli sgoccioli della gravidanza, aveva occupato tutto lo spazio mentale, anche quello riservato all’evento “parto”, ormai alle porte.
Per almeno un giorno intero mi ritrovai faccia a faccia con un cumulo di emozioni rimandate, prima tra tutte il timore del parto.
E giú di meditazione e yoga per cercare di distendere soprattutto la mente!
Per quanto gli impegni e la necessità di dimostrare a se stesse di essere in grado di arrivare ovunque siano imponenti, è opportuno fare spazio tra i pensieri e prepararsi alla nascita di un figlio, un evento che cambierà la vita.

2. La paura del parto è un ostacolo

pancione

La paura è l’unico ostacolo alla predisposizione mentale per l’evento parto!
Nel mio caso, la paura del dolore. Quando sono entrata in travaglio però, quella paura si è tramutata in determinazione. Visualizzavo l’obiettivo: “Alla fine di questo percorso abbraccerò la mia bambina!”
Sara, l’ostetrica che ha tenuto il corso di accompagnamento alla nascita, mi ha dato un consiglio prezioso per superare la delicata fase finale della gravidanza: “Non guardare indietro e non guardare avanti, affronta le contrazioni una per volta e vedrai che supererai tutto!”
Così è stato. Una contrazione alla volta, senza pensare alla strada percorsa e a quella ancora da fare, sono arrivata alla sala parto e per quanto impegnativo possa essere stato (ogni parto lo è) ce l’ho fatta!!!
Quando Gaia ha finalmente visto la luce non ho pianto. Ho riso di gioia. Ho riso tantissimo, mentre sentivo il peso del suo corpicino sul mio ventre che fino a poco prima l’aveva accolta.
Gli occhi di mio marito, la mia colonna, che mi ha assistita con calore e rispetto durante tutto il travaglio e la fase espulsiva, si sono riempiti di lacrime. Ricordo benissimo che ha fatto un passo indietro, come se l’emozione lo avesse travolto. Si è portato una mano sulle labbra, quasi non respirava.
E’ stato un momento magico…E non sapevo ancora che da lì in poi, tutti i momenti sarebbero stati speciali.

3. L’allattamento è faticoso, ma immensamente gratificante

Nonostante il calo fisiologico della piccola Gaia fosse al limite e mi avessero caldamente suggerito di alimentarla con il latte in formula, ho voluto provare con il metodo più fisiologico che esista: l’allattamento al seno!

Con questo non discrimino l’allattamento con latte artificiale, ma credo che se si ha la fortuna di poter allattare naturalmente, l’opportunità non può essere sprecata.
L’allattamento con Gaia è partito in netto ritardo.
Mi spiego.
In ospedale, dopo aver attaccato la piccola al seno dopo il parto, non l’ho vista per almeno 8 ore (!!!!) ….. sorvoliamo sul perché e per come dovuti al nido…Questo ha comportato un avvio ritardato dell’allattamento con le conseguenti difficoltà e problematiche (vedi calo di peso al limite)
Non dimenticherò mai le parole della pediatra dell’ospedale il giorno delle dimissioni: “Signora, non mi importa come farà, ma alla visita di controllo tra tre giorni deve portare la bambina aumentata di peso…Altrimenti potrebbe scattare una procedura che implica il ricovero della neonata ”.
Panico.
Grazie alle cure amorevoli di mia madre, tra suggerimenti, massaggi e brodini di carne in pieno giugno e alle ostetriche del consultorio, in tre giorni Gaia ha recuperato 240 grammi!
Da allora la sua crescita è regolare e non c’è bisogno di aggiunte!
Allattare al seno è comunque fisicamente ed emotivamente faticoso; è totalizzante e richiede una immensa dose di pazienza, di fiducia in se stessi e nel bambino.
Però, quando una volta a settimana controlliamo il peso e scopriamo che è aumentato, solo grazie al latte di mamma, provo una gioia infinita che ripaga ogni sforzo!

Ci tengo a dire che il ruolo di chi sta accanto a chi allatta è fondamentale, poiché una donna sola, che dovrà per forza preoccuparsi di tutto ciò che esula dall’allattamento, tenderà a gettare la spugna, suo malgrado.
Colgo l’occasione per ringraziare Giovanni, mio marito, che ogni giorno mi sostiene con forza.

4. I primi 40 giorni, manco la quaresima!

Credo sia così per tutte le neomamme, specie se al primo figlio: i primi 40 giorni sono scioccanti!
In quel periodo la mia persona si è totalmente annullata in funzione dell’esserino che ho generato. Notti in bianco, tette al vento, ingorghi al seno, abitudini stravolte, incapacità di compiere anche le azioni più banali come fare una doccia, emozioni e timori da gestire….una bella insalatona mista, direi!!
Eppure, 40 giorni sono volati e abbiamo già superato i tre mesi…
Di questo passo, in un batter d’occhi mi chiederà le chiavi dell’auto!!

5. Mamme si diventa

bimba

Per quanto il legame con la mia piccola si sia inevitabilmente instaurato sin dal pancione, da quando è nata, giorno dopo giorno, stiamo costruendo un’intesa….Passo dopo passo divento sempre più consapevole: Io sono la sua mamma!

Verrà il giorno in cui sarà indipendente, ma per ora non è così. Ne consegue che dal mio benessere ne deriva il suo.
Riscoprirmi donna, oltre che mamma, è un toccasana. Un balsamo cerebrale che mi aiuta  a gestire con grazia gli sbalzi ormonali tipici di questo periodo.
Basta poco: non resto mai in pigiama anche se non esco di casa, metto quasi sempre un filo di trucco, organizzo serate in compagnia e…provo a scrivere per questo blog 😉
Posso dire che, almeno per ora, la maternità mi ha resa più paziente, più forte e…. ancora più multitasking!
Spero di crescere mia figlia nel migliore dei modi, tra un abbraccio, un insegnamento e una carezza.

❤ Grazie per aver letto questo articolo ❤

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